Trieste, anno 2008. Il medico Giovanni Buozzi, di ritorno nella città giuliana, fa la conoscenza di uno strano individuo. Si tratta di tale Salvatore Olmi, un bell’uomo, distinto, sulla quarantina che, a vedersi, non ha bisogno di lavorare per mantenersi. Per diversi strani motivi quell’uomo ricorda a Buozzi molti personaggi letterari, ma uno su tutti. Olmi, infatti, si spaccia per un consulente investigativo della polizia, esattamente come quel personaggio letterario. È solamente un bellimbusto pazzo ed esaltato, oppure dietro a quella personalità allo stesso tempo aristocratica e delicatissima si cela il più grande amico che avrà mai incontrato? Il precipitare degli eventi, a proposito di alcuni omicidi accaduti in città, finalmente glielo faranno comprendere per sempre. "Se non puoi chiedere aiuto alla Sapienza, chiedi aiuto alla Scienza. Ero a bocca aperta. Esterrefatto. Sorpreso e scioccato nel più profondo. Ma allo stesso tempo lo ammiravo con devozione, di più. Siccome il dolore della perdita familiare si rimestava nel mio cuore, rovesciandosi impietosamente da ricordi lontani neanche illusoriamente rimossi, osservavo Olmi che, per un'unica volta, evitava di fare sfoggio esplicito delle sue capacità, adombrato anch'egli da un'espressione mogia e costernata. Si instaurò fra noi, da quel momento, un rapporto speciale e indissolubile, di rispetto e complicità fraterni, di supporto umano e di reciproca complementarità."
