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Le strade dei pellegrini. La colomba e i leoni (Vol. 2) Copertina flessibile – 6 dicembre 2016
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa598 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreSilele
- Data di pubblicazione6 dicembre 2016
- ISBN-108899220719
- ISBN-13978-8899220716
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Dettagli prodotto
- Editore : Silele (6 dicembre 2016)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 598 pagine
- ISBN-10 : 8899220719
- ISBN-13 : 978-8899220716
- Peso articolo : 820 g
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 719,665 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 38,986 in Narrativa storica (Libri)
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Informazioni sull'autore

Cristina Maria Cavaliere, pseudonimo di Cristina Rossi, vive in provincia di Milano. Da molti anni lavora nel campo dell’editoria scolastica per le lingue moderne come editor e ricercatrice iconografica. È laureata in Storia con una votazione di 110/110 e lode.
Ha pubblicato romanzi a sfondo storico e mystery, come "Il pittore degli angeli", ambientato nella sontuosa Venezia di fine Cinquecento e tre romanzi appartenenti al 1099 all’epoca della prima crociata in Terrasanta: "La terra del tramonto", "Le strade dei pellegrini" e "Le regine di Gerusalemme". Con il romanzo "I serpenti e la fenice", narra le vicende di celeberrimi personaggi come Robespierre, Danton, Desmoulins, Saint-Just, e di un’indimenticabile schiera di donne, nell’appassionante e convulso periodo della rivoluzione francese. Il romanzo "Il Fuoco di Prometeo", uscito a ottobre 2022, ne costituisce l'ideale proseguimento.
Premiata in numerosi concorsi con racconti a tema storico quali "La mendicante della pusterla" e "Il più grande dei re" su Teodorico il Grande, è anche autrice di testi teatrali come l’atto unico "Il canarino", premiato come primo classificato, e "Il diavolo nella torre" su Bernabò Visconti, rappresentato con successo in Lombardia.
Da dieci anni gestisce il blog Il Manoscritto del Cavaliere dove potete trovare numerosi articoli di Storia e Letteratura: https://www.ilmanoscrittodelcavaliere.it/
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Fin dalle prime pagine si è completamente ricatturati da indimenticabili atmosfere, dal magnetismo dei personaggi e dalla narrazione di un’autrice che sa coniugare una scrittura di altissimo livello con un’incessante ricerca spirituale.
In questo secondo volume de “La Colomba e i Leoni” il tenebroso principe maghrebino Ghassan (“il Leone di Taroudannt”) cede il ruolo di primo piano al suo schiavo cristiano Jamil( “la Colomba”), la cui fuga dal Marocco nell’anno 1104 si snoda in una serie di appassionanti avventure prima attraverso lo stretto di Gibilterra e l’Andalusia musulmana fino al confine con i regni cristiani, poi attraverso i Pirenei e lungo la Via Francigena. La fuga di Jamil verso la libertà è un viaggio fisico lungo e pieno di insidie che si trasforma in un terreno di scontro/incontro tra due mondi e due religioni. Inoltre grazie a un sapiente incastro di sogni e ricordi e attraverso incontri con personaggi reali e altri fantastici, il viaggio offre al ragazzo sia l’occasione di completare la propria educazione sentimentale sia l’opportunità di ricostruire mentalmente la sua storia personale e quella della famiglia d’origine. A vegliare sui suoi percorsi e sempre pronti a proteggerlo, con differenti modalità e senza escludere il prodigioso, ritroviamo il medico sufi Mandhur e il conte fiammingo Geoffry de Saint Omer, vero padre di Jamil e futuro fondatore dell’ordine dei Templari.
Ma accanto alla forza spirituale e al carisma dei personaggi maschili, potente è l’energia dello spirito rivoluzionario che si sprigiona da figure femminili formidabili, quali le donne-guerriere incontrate da Jamil nel deserto e i due amori giovanili di Geoffry: la ricca vedova Clotilde, indipendente , anticonformista, dotata di arguta intelligenza e sconfinata cultura; l’erborista Berthe dai capelli “rossi come il fuoco dell’inferno”, in intimità col mondo naturale e con quello sovrannaturale.
Grazie all’abilità dell’autrice nel creare un armonico equilibrio tra le caratteristiche di un ottimo romanzo storico(accuratezza nella ricostruzione di ambienti e personaggi realmente esistiti, rigore nella ricerca della plausibilità di quelli creati) ed elementi più tipici di un fantasy (poteri magici, prodigi, visioni oniriche e presagi), direi che questo libro supera le definizioni di genere. Per la profondità e l’importanza dei contenuti, per l’incanto delle descrizioni , per le emozioni delle vicende… è semplicemente un grande romanzo.