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La vegetariana Copertina flessibile – 30 maggio 2019

3,7 3,7 su 5 stelle 2.471 voti

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«È tutt'altro che un'opera ascetica: è un romanzo pieno di sesso ai limiti del consenziente, di atti di alimentazione forzata e purificazione ― in altri termini di violenza sessuale e disordini alimentari, mai chiamati per nome nell'universo di Han Kang ... Il racconto di Han Kang non è un monito per l'onnivoro, e quello di Yeong-hye verso il vegetarianesimo non è un viaggio felice. Astenersi dal mangiare esseri viventi non conduce all'illuminazione. Via via che Yeong-hye si spegne, l'autrice, come una vera divinità, ci lascia a interrogarci su cosa sia meglio, che la protagonista viva o muoia. E da questa domanda ne nasce un'altra, la domanda ultima che non vogliamo davvero affrontare: "Perché, è così terribile morire?"». (The New York Times)
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Dall'editore

9788845939327
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La vegetariana
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I libri di Han Kang - Premio Nobel per la Letteratura 2024 - ADELPHI 2024 2023 2023 2019 2019

Dettagli prodotto

  • Editore ‏ : ‎ Adelphi (30 maggio 2019)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 192 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8845934012
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8845934018
  • Peso articolo ‏ : ‎ 180 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 12.7 x 1.6 x 19.4 cm
  • Recensioni dei clienti:
    3,7 3,7 su 5 stelle 2.471 voti

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Han Kang
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I clienti dicono

I lettori apprezzano il racconto poetico, la descrizione di scene a tratti delicate che sfociano in una comunione sessuale. Lo trovano coinvolgente, intenso e avvincente. Ritengono che sia potente, crudo ma reale. Tuttavia, alcuni lo considerano angosciante e sgradevole.

Generati dall’IA a partire dal testo delle recensioni dei clienti

68 clienti menzionano “Contenuto”53 positive15 negative

I clienti apprezzano il contenuto del libro. Lo trovano poetico, con descrizioni di scene delicate che sfociano in situazioni surreali. Inoltre, lo considerano un gran bel libro, profondo e doloroso.

"...Alcuni vedo lo sconsigliano, io dico che è un gran bel libro anche se non facile da digerire e il segno che lascia è piuttosto amaro...." Visualizza altro

"...dal cognato di Yeong-hye, che come la donna, vede e percepisce l’importanza di fiori e piante, un’espressione artistica vegetativa-vegetale che lo..." Visualizza altro

"...Descrive molto bene sia ciò che vive chi ne è vittima, sia tutto quello che ruota intorno ad essa...." Visualizza altro

"Autrice poco conosciuta. Trama inusuale. L'ho letto volentieri" Visualizza altro

23 clienti menzionano “Aspetto”20 positive3 negative

I clienti trovano il libro bello, poetico e malinconico. Lo descrivono come un'espressione artistica vegetativa-vegetale che porta ad una comunione sessuale. Inoltre, lo considerano piacevole e originale.

"...vede e percepisce l’importanza di fiori e piante, un’espressione artistica vegetativa-vegetale che lo porta ad una comunione sessuale con lei...." Visualizza altro

"Libro che nella sua semplicità é abbastanza cruento, scatenando una serie di emozioni e riflessioni con la domanda finale che ognuno si pone, ossia..." Visualizza altro

"...una danza, lo stile di scrittura di questa autrice l'ho trovato davvero poetico, la descrizione di scene a tratti così delicate che sfociano poco..." Visualizza altro

"...ma io ho visto soprattutto la poeticità del racconto, che è sì realistico nello stile, ma che ha anche una forte componente fiabesca, magari di..." Visualizza altro

14 clienti menzionano “Coinvolgente”14 positive0 negative

I clienti trovano il libro coinvolgente. Lo descrivono come intenso, psicologico e introspettivo. Inoltre, lo considerano scorrevole e non deprimente.

"Un libro non facile ma intenso, scritto e tradotto davvero bene...." Visualizza altro

"...Tale cammino è mostruoso e delirante ma estremamente convincente e potente. La storia è un pugno nello stomaco che rasenta il rifiuto" Visualizza altro

"...Consigliato per chi cerca emozioni forti e non ha paura di immergersi nei baratri della mente" Visualizza altro

"...Ma lascia il segno e avvince , come spesso avvince il negativo...." Visualizza altro

3 clienti menzionano “Potenza”3 positive0 negative

I clienti affermano che il libro è potente.

"...Tale cammino è mostruoso e delirante ma estremamente convincente e potente. La storia è un pugno nello stomaco che rasenta il rifiuto" Visualizza altro

"Potente, malinconico, introspettivo, riflessivo,a tratti angosciante. Lettura scorrevole, personaggi potenti e complessi..." Visualizza altro

"Crudo e potente..." Visualizza altro

3 clienti menzionano “Realismo”3 positive0 negative

I clienti apprezzano il realismo del libro. Affermano che è crudo ma reale, destabilizzante e penetrante.

"Il libro mi è piaciuto molto, crudo ma reale. Il libro è arrivato in ottime condizioni." Visualizza altro

"Un libro drammatico, crudo che lascia il segno senza essere morboso" Visualizza altro

"Destabilizzante, crudo, tremendamente penetrante..." Visualizza altro

10 clienti menzionano “Angosciante”4 positive6 negative

I clienti hanno opinioni contrastanti riguardo all'angoscia del libro. Alcuni lo trovano profondo, disturbante e deprimente. Altri invece lo considerano triste e non fornisce spiegazioni plausibili delle situazioni.

"...È assai deprimente, non offre spiegazioni plausibili delle situazioni drammatiche che presenta, il finale è purtroppo aperto...." Visualizza altro

"Potente, malinconico, introspettivo, riflessivo,a tratti angosciante. Lettura scorrevole, personaggi potenti e complessi..." Visualizza altro

"...avanti con la lettura, a causa della sensazione di angoscia e di pesantezza che caratterizza la narrazione...." Visualizza altro

"Libro molto profondo, avvincente e a tratti angosciante. Un premio Nobel assolutamente meritato...." Visualizza altro

4 clienti menzionano “Condizioni”2 positive2 negative

I clienti hanno opinioni contrastanti riguardo le condizioni del libro. Alcuni trovano che le condizioni erano perfette, mentre altri lamentano una conclusione pessima e insoddisfacente.

"...Il libro è arrivato in ottime condizioni." Visualizza altro

"...ma personaggi non sufficientemente approfonditi e finale fastidiosamente lasciato sospeso" Visualizza altro

"...Le condizioni erano perfette e lei è rimasta molto contenta." Visualizza altro

"...che in un crescendo lento e angusto arriva ad una conclusione troppo affrettata e insoddisfacente, probabilmente per la scelta risicata delle..." Visualizza altro

4 clienti menzionano “Sconfortante”0 positive4 negative

I clienti trovano il libro sconfortante. Lo descrivono come una fiaba cruenta, malinconica ma comunque fiabesca.

"...ma che ha anche una forte componente fiabesca, magari di fiaba cruenta e malinconica, ma comunque fiabesca." Visualizza altro

"...Truculento, un clima di pazzia generale. Molti orientali hanno questa tendenza ma non è il mio genere." Visualizza altro

"...Sconfortante e senza molto senso o grande utilità di accrescimento personale dopo averlo letto." Visualizza altro

"Inutilmente truculento e macabro, non leggevo un libro così disturbante da Morsi di Peano. Non lo consiglio per niente." Visualizza altro

Recensione a cura del BLOG erigibbi.it
4 stelle su 5
Recensione a cura del BLOG erigibbi.it
Han Kang, autrice coreana, con La vegetariana ha vinto nel 2016 il Man Booker International Prize.La cosa strana, tra le tante cose strane di questo libro, è che in realtà la protagonista non è vegetariana, ma così la definiscono le persone che la circondano.All’inizio Yeong-hye non è vegetariana, anzi, è una cuoca provetta che cucina e mangia di tutto. Tutto cambia nel momento in cui fa un sogno che la sconvolge e che la porterà a cambiare radicalmente la sua vita, in modo inconcepibile per noi, macabro e deleterio. Inizia semplicemente con il non mangiare più carne, con il suo malessere anche nel vederla sui piatti delle altre persone, per poi sprofondare in un vortice di autodistruzione senza fine.Il libro è suddiviso in tre macro capitoli, ognuno dei quali è narrato da un punto di vista diverso.Nel primo capitolo la voce narrante è quella del marito di Yeong-hye: un uomo insignificante e inetto che vede nel cambiamento della moglie una semplice, superficiale ed inutile scelta alimentare. Non veniva a letto fino alle cinque del mattino, e a quel punto non avrei saputo dire con certezza se nell’ora seguente dormisse o no. Al tavolo della colazione, seduta di fronte a me, la faccia tirata e i capelli arruffati, mi osservava con gli occhi rossi e semichiusi. Non alzava nemmeno il cucchiaio, figuriamoci se mangiava qualcosa. Ma quello che mi seccava di più era che sembrava evitare volutamente il sesso. In passato, di solito era sempre stata pronta ad assecondare il mio desiderio, e in qualche rara occasione aveva addirittura preso l’iniziativa. Adesso, invece, pur non facendo chissà quali storie, se appena le sfioravo la spalla con la mano si scostava con calma.Per lui la donna non ha voce in capitolo, un essere quasi privo di diritti, ma che vive di doveri, doveri nei confronti dell’uomo ovviamente. Non c’è niente di male nello starsene zitti; in fin dei conti, non è questo che ci si aspetta tradizionalmente dalle donne, che siano modeste e riservate?Un uomo dalla mentalità bigotta che vede la donna, nel ruolo di moglie in particolare, un essere a malapena pensante che si deve dedicare completamente al marito, la costante vittima. A volte mi dicevo che, anche se la donna con cui vivevo era un po’ strana, alla fine non sarebbe successo niente di troppo brutto. Credevo di potermela cavare benissimo così, pensando a lei soltanto come a un’estranea, oppure no, come a una sorella, o addirittura una donna di servizio, qualcuno che ti mette il cibo in tavola e tiene la casa in ordine. Ma non era facile per un uomo nel vigore degli anni, che aveva sempre avuto una vita matrimoniale priva di ogni intoppo, vedere insoddisfatte le proprie esigenze fisiche per un periodo di tempo così lungo.Il secondo capitolo è narrato dal cognato di Yeong-hye, che come la donna, vede e percepisce l’importanza di fiori e piante, un’espressione artistica vegetativa-vegetale che lo porta ad una comunione sessuale con lei.Nel terzo ed ultimo capitolo prende voce In-hye che assiste la sorella nel corso della sua degenza in una clinica psichiatrica e che cerca di spiegare e accettare quella situazione pensando alla storia familiare, a quello che Yeong-hye ha dovuto subire nel corso dell’infanzia per mano di un padre burbero e violento. Era vero: non aveva mai vissuto. Anche da bambina, per quanto indietro si spingesse la sua memoria, non aveva fatto altro che subire. Aveva creduto nella sua bontà connaturata, nella sua umanità, ed era vissuta di conseguenza, senza mai fare del male a nessuno. Si era sempre impegnata, indefessamente, a fare le cose nel modo giusto; tutto il suo successo era dipeso da questo, e lei avrebbe continuato così per sempre. Ma adesso, non capiva perché, di fronte a quegli edifici cadenti e a quelle erbacce, era soltanto una bambina che non aveva mai vissuto.Non ci è dato sapere perché Yeong-hye di punto in bianco diventi vegetariana, vegana, digiunante. D’altronde lei non ha voce in capitolo. Non prende mai la parola, e c’è da aspettarselo visto che non parla quasi mai con chi le sta attorno. La sua scelta, che è una scelta personale, ci viene descritta sempre da qualcun altro, e come può un’altra persona conoscere le cause e le motivazioni di una decisione del tutto personale? Yeong-hye appare a tratti, con racconti brevissimi in cui narra i suoi sogni o le notti passate a fissare il soffitto proprio per paura di addormentarsi.Non ci provo nemmeno a capire la scelta di Yeong-hye. Mi astengo dal dire: “Siamo sicuramente di fronte ad un disturbo mentale” perché l’autrice, Han Kang, non ha dato modo a Yeong-hye di esprimere i suoi pensieri, nessuno ha mai provato a capirla, tutti l’hanno sempre e solo giudicata. Nessuno l’ha mai difesa, tutti l’hanno sempre attaccata. E quindi chi sono io per giudicare o provare a capire una persona che non ha mai potuto parlare?Prendete La vegetariana per quello che è: una storia. Una storia che parte dal punto A, non propriamente roseo, ma assolutamente tipico e normale, quotidiano e ordinario direi, e che arriva al punto B, la fine. Dal punto A al punto B ci sono tante piccole fermate che portano lentamente al degrado e alla degenerazione tramite una costanza lineare. E voi non ci potete fare nulla. Non potete giudicare Yeong-hye perché ci hanno già pensato gli altri a farlo. Limitatevi a leggere la storia e a lasciarvi trasportare dagli eventi. Non cercate di capire, perché forse non c’è proprio nulla da capire, nulla da spiegare, nulla da fare.
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Recensioni migliori da Italia

  • Recensito in Italia il 2 marzo 2025
    Un libro non facile ma intenso, scritto e tradotto davvero bene. Diviso in tre atti, racconta la caduta verso l'abisso della protagonista Yeong-Hye in tre fasi narrata dai tre diversi punti di vista di suoi tre familiari: il marito, il cognato e la sorella. L'abisso di cui si parla è quello della grave patologia mentale che nulla ha a che vedere con il vegetarianesimo anche se i familiari si fermano a questo giudizio superficiale (a parte la sorella).
    Alcuni vedo lo sconsigliano, io dico che è un gran bel libro anche se non facile da digerire e il segno che lascia è piuttosto amaro. Forse è questo quello che non è gradito.
  • Recensito in Italia il 20 settembre 2018
    Han Kang, autrice coreana, con La vegetariana ha vinto nel 2016 il Man Booker International Prize.

    La cosa strana, tra le tante cose strane di questo libro, è che in realtà la protagonista non è vegetariana, ma così la definiscono le persone che la circondano.

    All’inizio Yeong-hye non è vegetariana, anzi, è una cuoca provetta che cucina e mangia di tutto. Tutto cambia nel momento in cui fa un sogno che la sconvolge e che la porterà a cambiare radicalmente la sua vita, in modo inconcepibile per noi, macabro e deleterio. Inizia semplicemente con il non mangiare più carne, con il suo malessere anche nel vederla sui piatti delle altre persone, per poi sprofondare in un vortice di autodistruzione senza fine.

    Il libro è suddiviso in tre macro capitoli, ognuno dei quali è narrato da un punto di vista diverso.

    Nel primo capitolo la voce narrante è quella del marito di Yeong-hye: un uomo insignificante e inetto che vede nel cambiamento della moglie una semplice, superficiale ed inutile scelta alimentare.

    Non veniva a letto fino alle cinque del mattino, e a quel punto non avrei saputo dire con certezza se nell’ora seguente dormisse o no. Al tavolo della colazione, seduta di fronte a me, la faccia tirata e i capelli arruffati, mi osservava con gli occhi rossi e semichiusi. Non alzava nemmeno il cucchiaio, figuriamoci se mangiava qualcosa.

    Ma quello che mi seccava di più era che sembrava evitare volutamente il sesso. In passato, di solito era sempre stata pronta ad assecondare il mio desiderio, e in qualche rara occasione aveva addirittura preso l’iniziativa. Adesso, invece, pur non facendo chissà quali storie, se appena le sfioravo la spalla con la mano si scostava con calma.

    Per lui la donna non ha voce in capitolo, un essere quasi privo di diritti, ma che vive di doveri, doveri nei confronti dell’uomo ovviamente.

    Non c’è niente di male nello starsene zitti; in fin dei conti, non è questo che ci si aspetta tradizionalmente dalle donne, che siano modeste e riservate?

    Un uomo dalla mentalità bigotta che vede la donna, nel ruolo di moglie in particolare, un essere a malapena pensante che si deve dedicare completamente al marito, la costante vittima.

    A volte mi dicevo che, anche se la donna con cui vivevo era un po’ strana, alla fine non sarebbe successo niente di troppo brutto. Credevo di potermela cavare benissimo così, pensando a lei soltanto come a un’estranea, oppure no, come a una sorella, o addirittura una donna di servizio, qualcuno che ti mette il cibo in tavola e tiene la casa in ordine. Ma non era facile per un uomo nel vigore degli anni, che aveva sempre avuto una vita matrimoniale priva di ogni intoppo, vedere insoddisfatte le proprie esigenze fisiche per un periodo di tempo così lungo.

    Il secondo capitolo è narrato dal cognato di Yeong-hye, che come la donna, vede e percepisce l’importanza di fiori e piante, un’espressione artistica vegetativa-vegetale che lo porta ad una comunione sessuale con lei.

    Nel terzo ed ultimo capitolo prende voce In-hye che assiste la sorella nel corso della sua degenza in una clinica psichiatrica e che cerca di spiegare e accettare quella situazione pensando alla storia familiare, a quello che Yeong-hye ha dovuto subire nel corso dell’infanzia per mano di un padre burbero e violento.

    Era vero: non aveva mai vissuto. Anche da bambina, per quanto indietro si spingesse la sua memoria, non aveva fatto altro che subire. Aveva creduto nella sua bontà connaturata, nella sua umanità, ed era vissuta di conseguenza, senza mai fare del male a nessuno. Si era sempre impegnata, indefessamente, a fare le cose nel modo giusto; tutto il suo successo era dipeso da questo, e lei avrebbe continuato così per sempre. Ma adesso, non capiva perché, di fronte a quegli edifici cadenti e a quelle erbacce, era soltanto una bambina che non aveva mai vissuto.

    Non ci è dato sapere perché Yeong-hye di punto in bianco diventi vegetariana, vegana, digiunante. D’altronde lei non ha voce in capitolo. Non prende mai la parola, e c’è da aspettarselo visto che non parla quasi mai con chi le sta attorno. La sua scelta, che è una scelta personale, ci viene descritta sempre da qualcun altro, e come può un’altra persona conoscere le cause e le motivazioni di una decisione del tutto personale? Yeong-hye appare a tratti, con racconti brevissimi in cui narra i suoi sogni o le notti passate a fissare il soffitto proprio per paura di addormentarsi.

    Non ci provo nemmeno a capire la scelta di Yeong-hye. Mi astengo dal dire: “Siamo sicuramente di fronte ad un disturbo mentale” perché l’autrice, Han Kang, non ha dato modo a Yeong-hye di esprimere i suoi pensieri, nessuno ha mai provato a capirla, tutti l’hanno sempre e solo giudicata. Nessuno l’ha mai difesa, tutti l’hanno sempre attaccata. E quindi chi sono io per giudicare o provare a capire una persona che non ha mai potuto parlare?

    Prendete La vegetariana per quello che è: una storia. Una storia che parte dal punto A, non propriamente roseo, ma assolutamente tipico e normale, quotidiano e ordinario direi, e che arriva al punto B, la fine. Dal punto A al punto B ci sono tante piccole fermate che portano lentamente al degrado e alla degenerazione tramite una costanza lineare. E voi non ci potete fare nulla. Non potete giudicare Yeong-hye perché ci hanno già pensato gli altri a farlo. Limitatevi a leggere la storia e a lasciarvi trasportare dagli eventi. Non cercate di capire, perché forse non c’è proprio nulla da capire, nulla da spiegare, nulla da fare.
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    4,0 su 5 stelle
    Recensione a cura del BLOG erigibbi.it

    Recensito in Italia il 20 settembre 2018
    Han Kang, autrice coreana, con La vegetariana ha vinto nel 2016 il Man Booker International Prize.

    La cosa strana, tra le tante cose strane di questo libro, è che in realtà la protagonista non è vegetariana, ma così la definiscono le persone che la circondano.

    All’inizio Yeong-hye non è vegetariana, anzi, è una cuoca provetta che cucina e mangia di tutto. Tutto cambia nel momento in cui fa un sogno che la sconvolge e che la porterà a cambiare radicalmente la sua vita, in modo inconcepibile per noi, macabro e deleterio. Inizia semplicemente con il non mangiare più carne, con il suo malessere anche nel vederla sui piatti delle altre persone, per poi sprofondare in un vortice di autodistruzione senza fine.

    Il libro è suddiviso in tre macro capitoli, ognuno dei quali è narrato da un punto di vista diverso.

    Nel primo capitolo la voce narrante è quella del marito di Yeong-hye: un uomo insignificante e inetto che vede nel cambiamento della moglie una semplice, superficiale ed inutile scelta alimentare.

    Non veniva a letto fino alle cinque del mattino, e a quel punto non avrei saputo dire con certezza se nell’ora seguente dormisse o no. Al tavolo della colazione, seduta di fronte a me, la faccia tirata e i capelli arruffati, mi osservava con gli occhi rossi e semichiusi. Non alzava nemmeno il cucchiaio, figuriamoci se mangiava qualcosa.

    Ma quello che mi seccava di più era che sembrava evitare volutamente il sesso. In passato, di solito era sempre stata pronta ad assecondare il mio desiderio, e in qualche rara occasione aveva addirittura preso l’iniziativa. Adesso, invece, pur non facendo chissà quali storie, se appena le sfioravo la spalla con la mano si scostava con calma.

    Per lui la donna non ha voce in capitolo, un essere quasi privo di diritti, ma che vive di doveri, doveri nei confronti dell’uomo ovviamente.

    Non c’è niente di male nello starsene zitti; in fin dei conti, non è questo che ci si aspetta tradizionalmente dalle donne, che siano modeste e riservate?

    Un uomo dalla mentalità bigotta che vede la donna, nel ruolo di moglie in particolare, un essere a malapena pensante che si deve dedicare completamente al marito, la costante vittima.

    A volte mi dicevo che, anche se la donna con cui vivevo era un po’ strana, alla fine non sarebbe successo niente di troppo brutto. Credevo di potermela cavare benissimo così, pensando a lei soltanto come a un’estranea, oppure no, come a una sorella, o addirittura una donna di servizio, qualcuno che ti mette il cibo in tavola e tiene la casa in ordine. Ma non era facile per un uomo nel vigore degli anni, che aveva sempre avuto una vita matrimoniale priva di ogni intoppo, vedere insoddisfatte le proprie esigenze fisiche per un periodo di tempo così lungo.

    Il secondo capitolo è narrato dal cognato di Yeong-hye, che come la donna, vede e percepisce l’importanza di fiori e piante, un’espressione artistica vegetativa-vegetale che lo porta ad una comunione sessuale con lei.

    Nel terzo ed ultimo capitolo prende voce In-hye che assiste la sorella nel corso della sua degenza in una clinica psichiatrica e che cerca di spiegare e accettare quella situazione pensando alla storia familiare, a quello che Yeong-hye ha dovuto subire nel corso dell’infanzia per mano di un padre burbero e violento.

    Era vero: non aveva mai vissuto. Anche da bambina, per quanto indietro si spingesse la sua memoria, non aveva fatto altro che subire. Aveva creduto nella sua bontà connaturata, nella sua umanità, ed era vissuta di conseguenza, senza mai fare del male a nessuno. Si era sempre impegnata, indefessamente, a fare le cose nel modo giusto; tutto il suo successo era dipeso da questo, e lei avrebbe continuato così per sempre. Ma adesso, non capiva perché, di fronte a quegli edifici cadenti e a quelle erbacce, era soltanto una bambina che non aveva mai vissuto.

    Non ci è dato sapere perché Yeong-hye di punto in bianco diventi vegetariana, vegana, digiunante. D’altronde lei non ha voce in capitolo. Non prende mai la parola, e c’è da aspettarselo visto che non parla quasi mai con chi le sta attorno. La sua scelta, che è una scelta personale, ci viene descritta sempre da qualcun altro, e come può un’altra persona conoscere le cause e le motivazioni di una decisione del tutto personale? Yeong-hye appare a tratti, con racconti brevissimi in cui narra i suoi sogni o le notti passate a fissare il soffitto proprio per paura di addormentarsi.

    Non ci provo nemmeno a capire la scelta di Yeong-hye. Mi astengo dal dire: “Siamo sicuramente di fronte ad un disturbo mentale” perché l’autrice, Han Kang, non ha dato modo a Yeong-hye di esprimere i suoi pensieri, nessuno ha mai provato a capirla, tutti l’hanno sempre e solo giudicata. Nessuno l’ha mai difesa, tutti l’hanno sempre attaccata. E quindi chi sono io per giudicare o provare a capire una persona che non ha mai potuto parlare?

    Prendete La vegetariana per quello che è: una storia. Una storia che parte dal punto A, non propriamente roseo, ma assolutamente tipico e normale, quotidiano e ordinario direi, e che arriva al punto B, la fine. Dal punto A al punto B ci sono tante piccole fermate che portano lentamente al degrado e alla degenerazione tramite una costanza lineare. E voi non ci potete fare nulla. Non potete giudicare Yeong-hye perché ci hanno già pensato gli altri a farlo. Limitatevi a leggere la storia e a lasciarvi trasportare dagli eventi. Non cercate di capire, perché forse non c’è proprio nulla da capire, nulla da spiegare, nulla da fare.
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  • Recensito in Italia il 15 novembre 2024
    Probabilmente non ho capito niente di questo libro ma ugualmente non lo consiglio. È assai deprimente, non offre spiegazioni plausibili delle situazioni drammatiche che presenta, il finale è purtroppo aperto. Scritto bene ma tradotto ancor meglio. Avrei voluto non leggerlo, sinceramente.
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  • Recensito in Italia il 19 gennaio 2025
    Ci sono tanti modi per ribellarsi alla violenza. La scissione e l'alienazione sono l'estremo tentativo di difendersi. Ma a volte non basta neanche questo, qualche volta, la mente decide di mettere fine all'esistenza, e la morte psichica, in questo caso, precede quella fisica.
    Una storia cruda, raccontata dal punto di vista di tre famigliari, e mai da quello della protagonista.
    Eppure, l'autrice è riuscita nel delicato e ambizioso intento, di raccontare magistralmente la patologia mentale gravissima. Descrive molto bene sia ciò che vive chi ne è vittima, sia tutto quello che ruota intorno ad essa. Vista dall'ottica sistemica relazionale, ma non meno da quella clinica, è perfetta. Non è per nulla semplice fare quello che ha fatto, e credo che sia proprio questo il motivo per cui lei abbia meritato il Nobel 🌹
    Scritto divinamente, oltretutto.
    Lettura forse non sempre e necessariamente di semplice digestione e comprensione, ma ciò non toglie, che la vegetariana sia senza ombra di dubbio un capolavoro.
    È giusto precisare, a scanso di equivoci e avendo citato la patologia mentale gravissima, che questa non ha nulla a che vedere con il titolo. Essere vegetariani è uno stile di vita, non una patologia. Il disturbo alimentare stesso che la protagonista sviluppa non soddisfa i criteri classici, è complicato o meglio derivante da altro, ed è quest'altro che è LA patologia primaria, grave, e che assieme alla secondaria, quindi a quella alimentare, diventa purtroppo gravissima.
    Una lettura preziosa.
    2 persone l'hanno trovato utile
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  • Recensito in Italia il 8 gennaio 2025
    Una storia forte ma per me fuori dalla realtà non mi è piaciuta
  • Recensito in Italia il 15 gennaio 2025
    Non mi ha dato alcuna emozione: un po’ delusa visto il premio Nobel.
  • Recensito in Italia il 3 marzo 2025
    L' autrice ci conduce per mano in un cammino di trasformazione di una donna ritenuta ordinaria da tutti.
    Tale cammino è mostruoso e delirante ma estremamente convincente e potente.
    La storia è un pugno nello stomaco che rasenta il rifiuto
  • Recensito in Italia il 11 dicembre 2024
    Ho acquistato questo libro in formato elettronico, spinta dal recente successo per il Premio Nobel. Non sono riuscita ad andare avanti con la lettura, a causa della sensazione di angoscia e di pesantezza che caratterizza la narrazione. La storia ha del potenziale, ma non ho apprezzato lo stile e lo sviluppo della trama. Inoltre, probabilmente a causa del gap culturale già riscontrato nella lettura di altri test orientali, ho avuto inoltre difficoltà a comprendere alcune dinamiche relazionali tra i personaggi del libro. Non lo consiglio.
    3 persone l'hanno trovato utile
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Le recensioni migliori da altri paesi

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  • Amazon Customer
    4,0 su 5 stelle Bello, ma fedele allo stile dell'autrice?
    Recensito in Germania il 15 novembre 2024
    Il libro mi è piaciuto molto.
    Ho trovato la traduzione in italiano in diversi passaggi molto strana, con alcuni errori che non dovrebbero esserci in un nobel... Ho letto in un momento successivo che c'è stata molta polemica sulla traduzione dal coreano all'inglese e che la versione inglese è stata usata per la traduzione in italiano, portandosi a cascata gli errori della prima traduzione. Sarebbe bello poter rileggere questo libro tradotto direttamente dalla lingua originale a quella italiana. Se lo stile coreano è sobrio, sobrio lo vorrei trovare anche in italiano.
    Detto questo, il libro è comunque assolutamente da leggere.
  • Cliente Amazon
    5,0 su 5 stelle impactante
    Recensito in Spagna il 13 marzo 2024
    una historia muy bien desarrollada e impactante
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  • Giugiu
    5,0 su 5 stelle Magico
    Recensito in Francia il 1 novembre 2020
    Molto diverso da come me lo aspettavo ma molto contenta del mio acquisto
    I consigli adelphi sono sempre da comprare a scatola chiusa
  • Cliente Amazon
    1,0 su 5 stelle Molto deludente
    Recensito in Spagna il 28 gennaio 2025
    La storia è quasi incomprensibile, e certamente poco comparabile con qualunque esperienza di
    vita vera. Non ne ho ricavato nulla, a parte noia nel leggerlo e un certo ribrezzo per alcune descrizioni davvero violente. Molto ben scritto, ma, per me, un vuoto esercizio di stile.
  • Cliente Amazon
    1,0 su 5 stelle La Vegetariana
    Recensito in Spagna il 24 marzo 2018
    Está en italiano ,no lo indica claramente, ni dá la posibilidad de elegir idioma. Así que he comprado un libro que no podré leer, salvo que haga un curso exprés de italiano .
    Gracias, ded nada.