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Lolita Copertina flessibile – 30 ottobre 1996

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"Dopo trentasei anni rileggo Lolita di Vladimir Nabokov, che ora Adelphi ripresenta... Trentasei anni sono moltissimi per un libro. Ma Lolita ha, come allora, un'abbagliante grandezza. Che respiro. Che forza romanzesca. Che potere verbale. Che scintillante alterigia. Che gioco sovrano. Come accade sempre ai grandi libri, Lolita si è spostato nel mio ricordo. Non mi ero accorto che possedesse una così straordinaria suggestione mitica". (Pietro Citati)

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Dettagli prodotto

  • Editore ‏ : ‎ Adelphi; 16° edizione (30 ottobre 1996)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 395 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 884591254X
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8845912542
  • Peso articolo ‏ : ‎ 100 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 12.6 x 3.2 x 19.8 cm
  • Recensioni dei clienti:
    4,1 4,1 su 5 stelle 2.259 voti

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Vladimir Nabokov
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I clienti dicono

I lettori sono soddisfatti del libro per la narrazione, che descrivono come bella e in uno stile prosastico. Apprezzano il romanzo per la sua leggibilità perfetta, con una lingua particolare e un'ironia dissacrante. Lo considerano un classico imprescindibile, appassionante e di qualità. Tuttavia, alcuni lo trovano noioso.

Generati dall’IA a partire dal testo delle recensioni dei clienti

83 clienti menzionano “Narrazione”71 positive12 negative

I clienti apprezzano la narrazione del libro. Affermano che è un classico imprescindibile, con uno stile prosastico e sublime. Inoltre, lo considerano interessante e dicono che l'autore riesce a trasportare il lettore in una trama cruda senza particolari e volgarità.

"...Così il professor Humbert, coadiuvato da una narrazione in stile prosastico, cerca di accaparrarsi la simpatia e il favore del lettore, risalendo..." Visualizza altro

"...Gli do ⭐️⭐️⭐️⭐️ perché a mio avviso le merita. Ti fa entrare nella mente del protagonista, cosa non sempre scontata." Visualizza altro

"...La scrittura brillante di Nabokov trasforma una trama inquietante in un capolavoro letterario, esplorando temi di desiderio, manipolazione e..." Visualizza altro

"...Ogni capitolo è un'invenzione, una perla di grande scrittura...." Visualizza altro

21 clienti menzionano “Aspetto”21 positive0 negative

I clienti affermano che il libro ha un aspetto splendido. Dicono che la scrittura è bella, affascinante e dicono che Lolita è uno splendido romanzo scritto in prima persona dal protagonista.

"...può trovare (a me è successo), lasciandosi trasportare dalla bellezza della scrittura, a provare anche empatia...." Visualizza altro

"...Lolita di Nabokov inquieta, affascina, scava dentro e non ti abbandona più...." Visualizza altro

"...Adoro la letteratura russa, edizione ben fatta, copertina davvero bella...." Visualizza altro

"...Una grande critica alla società borghese americana, uno scintillante affresco che fonde la possanza di un classico europeo con gli scenari "on..." Visualizza altro

8 clienti menzionano “Emozionante”8 positive0 negative

I clienti affermano che il libro è emozionante. Dicono che appassiona, coinvolge e ha mille sfaccettature. Inoltre, lo descrivono come dissacrante e inquieto.

"Questo libro ha mille sfaccettature e può dare emozioni diverse, può far ribrezzo, sconvolgere, nauseare, traumatizzare, incupirci, disgustare,..." Visualizza altro

"...Lolita di Nabokov inquieta, affascina, scava dentro e non ti abbandona più...." Visualizza altro

"...: è irriverente, appassionante, crudo ma anche, nel suo genere, emozionante. Assolutamente da leggere ✓" Visualizza altro

"Prosa in alcuni punti magnifica, un di joyce dentro. E l'ironia!" Visualizza altro

8 clienti menzionano “Leggibilità”8 positive0 negative

I clienti apprezzano la leggibilità del libro. Affermano che è ben tradotto, con una scrittura superba e un'uso di una lingua particolare.

"...Utilizzò nel libro una lingua molto particolare, ricca e curata...." Visualizza altro

"...consiglio vivamente di leggerlo perché è davvero un capolavoro, lettura scorrevole, trama che ti coinvolge e rapisce" Visualizza altro

"...da dire per quanto riguarda gli aspetti tecnici: nessun refuso, leggibilità perfetta...." Visualizza altro

"Capace di affascinarti con la sua superba scrittura (poesia in prosa) e al tempo stesso disgustarti per la nefandezza del protagonista che narra di..." Visualizza altro

7 clienti menzionano “Classico”7 positive0 negative

I clienti affermano che il libro è un grande classico da avere.

"Un grande classico che merita la sua fama. Senza cadere nel giudizio su ciò che racconta è indubbiamente un bel libro scritto benissimo." Visualizza altro

"...Dopo averlo terminato ho capito perché lo si considera uno dei capolavori del Novecento: è irriverente, appassionante, crudo ma anche, nel suo genere..." Visualizza altro

"...Senza tempo." Visualizza altro

"Un classico che ancora oggi colpisce e se non per la trama, oggi ormai come tema superato, per la grandezza stilistica di Nabukov" Visualizza altro

7 clienti menzionano “Prezzo”7 positive0 negative

I clienti affermano che il libro ha un prezzo davvero ottimo.

"...Leggetelo perché molto valido, non immaginatevi però un romanzetto leggero a cui dedicare mezza giornata!" Visualizza altro

"Acquisto consigliato e prezzi agevole rispetto alla libreria della mia città." Visualizza altro

"Il prezzo è spedizione. Tutto ottimo" Visualizza altro

"Libro consigliato. Prezzo conveniente e spedizione velocissima" Visualizza altro

40 clienti menzionano “Noioso”25 positive15 negative

I clienti hanno opinioni contrastanti sul libro. Alcuni lo trovano interessante, appassionante e con una trama particolare che offre spunti di riflessione spaventosamente convincenti. Altri invece lo considerano noioso e delirante, risultando a tratti delirante.

"...Riesci ad entrare nella mente di Humbert, toccare i suoi pensieri, vedere con i suoi occhi...." Visualizza altro

"...una trama inquietante in un capolavoro letterario, esplorando temi di desiderio, manipolazione e moralità. Un'opera che merita di essere letta!" Visualizza altro

"...Ogni capitolo è un'invenzione, una perla di grande scrittura...." Visualizza altro

"E' un libro incredibile. E' noioso ma non ti ci stacchi. Ti prende come pochi eppure ti ritrovi a fine capitolo a chiederti cosa diavolo hai letto...." Visualizza altro

7 clienti menzionano “Descrizioni”3 positive4 negative

I clienti hanno opinioni contrastanti riguardo alle descrizioni del libro. Alcuni apprezzano la presenza di immagini, riferimenti letterari e le descrizioni esplicitamente fatte. Altri invece sono insoddisfatti dell'uso soffermato delle descritture, definendole noiose e estenuanti.

"...Una estenuante, quanto inutile e noiosa descrizione di luoghi, di squallidi motel, di comparse, nei i quali i due protagonisti si imbattono durante..." Visualizza altro

"...e a tratti agghiacciante soprattutto per le descrizioni che vengono fatte molto esplicitamente ." Visualizza altro

"...Inoltre, ho trovato pagine intere di ridondanti descrizioni veramente noiosissime...." Visualizza altro

"...Lo stile è pomposo, con grandi voli pindarici e citazioni letterarie, per non parlare dei numerosissimi francesismi..." Visualizza altro

LO - LI - TA
5 stelle su 5
LO - LI - TA
“Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta. Era Lo, null'altro che Lo, al mattino, diritta nella sua statura di un metro e cinquantotto, con un calzino soltanto. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea punteggiata dei documenti. Ma nelle mie braccia fu sempre Lolita”.In un’intervista data a Life nel 1964 Nabokov disse: «tra tutti i libri che ho scritto, Lolita è quello che mi ha dato più gioia, forse perché è il più puro, quello più costruito e inventato da un punto di vista narrativo. Probabilmente però io sono la causa per cui i genitori hanno smesso di chiamare le loro figlie Lolita. Dal 1965 in giro ci sono molti barboncini che si chiamano così, ma pochi esseri umani». Tale e tanto è stato il successo di questo romanzo, che a partire da esso, infatti, il termine “lolita” è diventato di uso comune nella cultura di massa e nel linguaggio a indicare una giovanissima sessualmente precoce o comunque attraente, anche per la complicità della trasposizione cinematografica operata da Stanley Kubrick.Scritto in cinque anni, dal 1948 al 1953, Nabokov non riusciva a pubblicarlo e la storia delle successive pubblicazioni è stata a lungo accompagnata da quella delle sue ripetute e disparate censure. Fu pubblicato negli Stati Uniti da un casa editrice erotica nel 1955.Il romanzo, nella forma del diario postumo del professor Humbert Humbert, racconta l’ossessione semi-incestuosa di un docente di letteratura francese nei confronti di una ragazzina di 12 anni, fu pubblicato per la prima volta nel 1955. Questi, che è la voce narrante del romanzo, ovvero l’autore delle memorie, dopo un matrimonio finito male, decide di trasferirsi a Ramsdale, una piccola città del New England. Affitta una stanza a casa di una donna sua coetanea, Charlotte Haze, e perde completamente la testa per la figlia dodicenne di lei: Dolores. Tra i due si crea un rapporto particolare, di estrema complicità, che contribuisce ad alimentare ancora di più l’ossessione di Humbert, fino al punto in cui deciderà di mettere in atto un piano: sposerà la madre di Lolita e alla sua morte diventerà patrigno della bambina. Questa si rivela una giovane sessualmente disinibita e maliziosa, con i contorni del mistero, ma resta una figura fugace e inafferrabile, sempre foriera di bugie. Stefano Bartezzaghi ha definito questo personaggio come l’enigma meglio riuscito fra quelli creati da Nabokov.Il male ci appartiene ed è innato a ognuno, come parte costitutiva della natura umana. Quando diciamo che un comportamento è “cattivo”, intendiamo censurarlo e condannarlo con etichetta pubblica. Eppure affermare che una condotta pertiene al regno del male serve semplicemente a nominarla e non a spiegarla. Per di più, come spesso accade, il malfattore, pur consapevole dell’erroneità della sua condotta, risale nel suo vissuto a giustificarla. Questo non solo in cerca di comprensione per il comportamento esecrabile, ma anche per motivarne la ripetizione ossessiva come in un gioco.“Una sua simile l'aveva preceduta? Ah sì, certo che sì! E in verità non ci sarebbe stata forse nessuna Lolita se un'estate, in un principato sul mare, io non avessi amato una certa iniziale fanciulla. Oh, quando? Tanti anni prima della nascita di Lolita quanti erano quelli che avevo io quell'estate. Potete sempre contare su un assassino per una prosa ornata. Signori della giuria, il reperto numero uno è ciò che invidiarono i serafini, i male informati, ingenui serafini dalle nobili ali. Guardate questo intrico di spine.”Così il professor Humbert, coadiuvato da una narrazione in stile prosastico, cerca di accaparrarsi la simpatia e il favore del lettore, risalendo alla morte prematura per tifo del suo primo amore adolescenziale: Annabel Leigh. Così il lettore rinviene anche tracce di delirio, come quando architetta l’eliminazione della moglie Charlotte o quando cede a raccontare l’esaurimento nervoso e i ripetuti ricoveri e passaggi sui lettini psichiatrici.Parimenti, secondo la critica qui emergerebbe anche la passione dell’entomologo, che collezionando farfalle cerca di fermare la bellezza nel tempo. Humbert è convinto di fermare il tempo quando rinviene in Lolita l’essenza di ninfetta scoperta in Annabel.La guardai. La guardai. Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare. Di lei restava soltanto l'eco di foglie morte della ninfetta che avevo conosciuto. Ma io l'amavo, questa Lolita pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro. Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.Il tentativo disperato di fermare il tempo sembra possibile quando la carica dell’amore giovanile e reincarnato sembra sopravvivere alla sopraggiunta maturità della ragazzina. Così si apre lo spiraglio delirante del vagheggiamento di un matrimonio possibile a completare la cornice di un racconto che vorrebbe passare per la storia di un amore precoce.Infine il romanzo è costellato di sapienti enigmi. Ne sono esempio gli anagrammi dei nomi.Circolo della Lettura 'Barbara Cosentino' - Roma
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Recensioni migliori da Italia

  • Recensito in Italia il 21 ottobre 2017
    “Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta. Era Lo, null'altro che Lo, al mattino, diritta nella sua statura di un metro e cinquantotto, con un calzino soltanto. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea punteggiata dei documenti. Ma nelle mie braccia fu sempre Lolita”.
    In un’intervista data a Life nel 1964 Nabokov disse: «tra tutti i libri che ho scritto, Lolita è quello che mi ha dato più gioia, forse perché è il più puro, quello più costruito e inventato da un punto di vista narrativo. Probabilmente però io sono la causa per cui i genitori hanno smesso di chiamare le loro figlie Lolita. Dal 1965 in giro ci sono molti barboncini che si chiamano così, ma pochi esseri umani». Tale e tanto è stato il successo di questo romanzo, che a partire da esso, infatti, il termine “lolita” è diventato di uso comune nella cultura di massa e nel linguaggio a indicare una giovanissima sessualmente precoce o comunque attraente, anche per la complicità della trasposizione cinematografica operata da Stanley Kubrick.
    Scritto in cinque anni, dal 1948 al 1953, Nabokov non riusciva a pubblicarlo e la storia delle successive pubblicazioni è stata a lungo accompagnata da quella delle sue ripetute e disparate censure. Fu pubblicato negli Stati Uniti da un casa editrice erotica nel 1955.
    Il romanzo, nella forma del diario postumo del professor Humbert Humbert, racconta l’ossessione semi-incestuosa di un docente di letteratura francese nei confronti di una ragazzina di 12 anni, fu pubblicato per la prima volta nel 1955. Questi, che è la voce narrante del romanzo, ovvero l’autore delle memorie, dopo un matrimonio finito male, decide di trasferirsi a Ramsdale, una piccola città del New England. Affitta una stanza a casa di una donna sua coetanea, Charlotte Haze, e perde completamente la testa per la figlia dodicenne di lei: Dolores. Tra i due si crea un rapporto particolare, di estrema complicità, che contribuisce ad alimentare ancora di più l’ossessione di Humbert, fino al punto in cui deciderà di mettere in atto un piano: sposerà la madre di Lolita e alla sua morte diventerà patrigno della bambina. Questa si rivela una giovane sessualmente disinibita e maliziosa, con i contorni del mistero, ma resta una figura fugace e inafferrabile, sempre foriera di bugie. Stefano Bartezzaghi ha definito questo personaggio come l’enigma meglio riuscito fra quelli creati da Nabokov.
    Il male ci appartiene ed è innato a ognuno, come parte costitutiva della natura umana. Quando diciamo che un comportamento è “cattivo”, intendiamo censurarlo e condannarlo con etichetta pubblica. Eppure affermare che una condotta pertiene al regno del male serve semplicemente a nominarla e non a spiegarla. Per di più, come spesso accade, il malfattore, pur consapevole dell’erroneità della sua condotta, risale nel suo vissuto a giustificarla. Questo non solo in cerca di comprensione per il comportamento esecrabile, ma anche per motivarne la ripetizione ossessiva come in un gioco.
    “Una sua simile l'aveva preceduta? Ah sì, certo che sì! E in verità non ci sarebbe stata forse nessuna Lolita se un'estate, in un principato sul mare, io non avessi amato una certa iniziale fanciulla. Oh, quando? Tanti anni prima della nascita di Lolita quanti erano quelli che avevo io quell'estate. Potete sempre contare su un assassino per una prosa ornata. Signori della giuria, il reperto numero uno è ciò che invidiarono i serafini, i male informati, ingenui serafini dalle nobili ali. Guardate questo intrico di spine.”
    Così il professor Humbert, coadiuvato da una narrazione in stile prosastico, cerca di accaparrarsi la simpatia e il favore del lettore, risalendo alla morte prematura per tifo del suo primo amore adolescenziale: Annabel Leigh. Così il lettore rinviene anche tracce di delirio, come quando architetta l’eliminazione della moglie Charlotte o quando cede a raccontare l’esaurimento nervoso e i ripetuti ricoveri e passaggi sui lettini psichiatrici.
    Parimenti, secondo la critica qui emergerebbe anche la passione dell’entomologo, che collezionando farfalle cerca di fermare la bellezza nel tempo. Humbert è convinto di fermare il tempo quando rinviene in Lolita l’essenza di ninfetta scoperta in Annabel.
    La guardai. La guardai. Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare. Di lei restava soltanto l'eco di foglie morte della ninfetta che avevo conosciuto. Ma io l'amavo, questa Lolita pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro. Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.
    Il tentativo disperato di fermare il tempo sembra possibile quando la carica dell’amore giovanile e reincarnato sembra sopravvivere alla sopraggiunta maturità della ragazzina. Così si apre lo spiraglio delirante del vagheggiamento di un matrimonio possibile a completare la cornice di un racconto che vorrebbe passare per la storia di un amore precoce.
    Infine il romanzo è costellato di sapienti enigmi. Ne sono esempio gli anagrammi dei nomi.
    Circolo della Lettura 'Barbara Cosentino' - Roma
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    5,0 su 5 stelle LO - LI - TA
    Recensito in Italia il 21 ottobre 2017
    “Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta. Era Lo, null'altro che Lo, al mattino, diritta nella sua statura di un metro e cinquantotto, con un calzino soltanto. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea punteggiata dei documenti. Ma nelle mie braccia fu sempre Lolita”.
    In un’intervista data a Life nel 1964 Nabokov disse: «tra tutti i libri che ho scritto, Lolita è quello che mi ha dato più gioia, forse perché è il più puro, quello più costruito e inventato da un punto di vista narrativo. Probabilmente però io sono la causa per cui i genitori hanno smesso di chiamare le loro figlie Lolita. Dal 1965 in giro ci sono molti barboncini che si chiamano così, ma pochi esseri umani». Tale e tanto è stato il successo di questo romanzo, che a partire da esso, infatti, il termine “lolita” è diventato di uso comune nella cultura di massa e nel linguaggio a indicare una giovanissima sessualmente precoce o comunque attraente, anche per la complicità della trasposizione cinematografica operata da Stanley Kubrick.
    Scritto in cinque anni, dal 1948 al 1953, Nabokov non riusciva a pubblicarlo e la storia delle successive pubblicazioni è stata a lungo accompagnata da quella delle sue ripetute e disparate censure. Fu pubblicato negli Stati Uniti da un casa editrice erotica nel 1955.
    Il romanzo, nella forma del diario postumo del professor Humbert Humbert, racconta l’ossessione semi-incestuosa di un docente di letteratura francese nei confronti di una ragazzina di 12 anni, fu pubblicato per la prima volta nel 1955. Questi, che è la voce narrante del romanzo, ovvero l’autore delle memorie, dopo un matrimonio finito male, decide di trasferirsi a Ramsdale, una piccola città del New England. Affitta una stanza a casa di una donna sua coetanea, Charlotte Haze, e perde completamente la testa per la figlia dodicenne di lei: Dolores. Tra i due si crea un rapporto particolare, di estrema complicità, che contribuisce ad alimentare ancora di più l’ossessione di Humbert, fino al punto in cui deciderà di mettere in atto un piano: sposerà la madre di Lolita e alla sua morte diventerà patrigno della bambina. Questa si rivela una giovane sessualmente disinibita e maliziosa, con i contorni del mistero, ma resta una figura fugace e inafferrabile, sempre foriera di bugie. Stefano Bartezzaghi ha definito questo personaggio come l’enigma meglio riuscito fra quelli creati da Nabokov.
    Il male ci appartiene ed è innato a ognuno, come parte costitutiva della natura umana. Quando diciamo che un comportamento è “cattivo”, intendiamo censurarlo e condannarlo con etichetta pubblica. Eppure affermare che una condotta pertiene al regno del male serve semplicemente a nominarla e non a spiegarla. Per di più, come spesso accade, il malfattore, pur consapevole dell’erroneità della sua condotta, risale nel suo vissuto a giustificarla. Questo non solo in cerca di comprensione per il comportamento esecrabile, ma anche per motivarne la ripetizione ossessiva come in un gioco.
    “Una sua simile l'aveva preceduta? Ah sì, certo che sì! E in verità non ci sarebbe stata forse nessuna Lolita se un'estate, in un principato sul mare, io non avessi amato una certa iniziale fanciulla. Oh, quando? Tanti anni prima della nascita di Lolita quanti erano quelli che avevo io quell'estate. Potete sempre contare su un assassino per una prosa ornata. Signori della giuria, il reperto numero uno è ciò che invidiarono i serafini, i male informati, ingenui serafini dalle nobili ali. Guardate questo intrico di spine.”
    Così il professor Humbert, coadiuvato da una narrazione in stile prosastico, cerca di accaparrarsi la simpatia e il favore del lettore, risalendo alla morte prematura per tifo del suo primo amore adolescenziale: Annabel Leigh. Così il lettore rinviene anche tracce di delirio, come quando architetta l’eliminazione della moglie Charlotte o quando cede a raccontare l’esaurimento nervoso e i ripetuti ricoveri e passaggi sui lettini psichiatrici.
    Parimenti, secondo la critica qui emergerebbe anche la passione dell’entomologo, che collezionando farfalle cerca di fermare la bellezza nel tempo. Humbert è convinto di fermare il tempo quando rinviene in Lolita l’essenza di ninfetta scoperta in Annabel.
    La guardai. La guardai. Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare. Di lei restava soltanto l'eco di foglie morte della ninfetta che avevo conosciuto. Ma io l'amavo, questa Lolita pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro. Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.
    Il tentativo disperato di fermare il tempo sembra possibile quando la carica dell’amore giovanile e reincarnato sembra sopravvivere alla sopraggiunta maturità della ragazzina. Così si apre lo spiraglio delirante del vagheggiamento di un matrimonio possibile a completare la cornice di un racconto che vorrebbe passare per la storia di un amore precoce.
    Infine il romanzo è costellato di sapienti enigmi. Ne sono esempio gli anagrammi dei nomi.
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  • Recensito in Italia il 1 novembre 2024
    Questo libro ha mille sfaccettature e può dare emozioni diverse, può far ribrezzo, sconvolgere, nauseare, traumatizzare, incupirci, disgustare, lasciare indifferenti o piacere.
    Ci sono tanti pareri contrastanti, ma bisogna dire che è scritto in modo magistrale. Riesci ad entrare nella mente di Humbert, toccare i suoi pensieri, vedere con i suoi occhi.
    Penso che sia essenziale, mentre si legge, non aver pregiudizi, andare oltre ad ogni pensiero personale, altrimenti, per gli argomenti trattati, non si apprezzerebbe come merita.
    Humbert, uomo ossessionato, ossessivo, perverso, disturbato e disturbante. Il lettore conoscerà Lolita tramite i suoi occhi e i suoi pensieri.

    Lo lessi due volte, la prima a fatica nel 1997, avevo 20 anni e non sapevo bene di cosa parlasse.
    Quando iniziai a leggerlo non facevo altro che sgranare gli occhi. Parliamo di quasi 30 anni fa e in quel periodo non si parlava molto di queste cose.. anzi erano veri e propri tabù.

    Lo rilessi qualche anno fa, e questa volta ho “mollato stupore e pregiudizi” e l’ho vissuto in un modo diverso. Non come un semplice libro, sapendo già cosa mi attendeva.

    Gli do ⭐️⭐️⭐️⭐️ perché a mio avviso le merita.
    Ti fa entrare nella mente del protagonista, cosa non sempre scontata.
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  • Recensito in Italia il 13 novembre 2024
    Romanzo top che racconta la storia di Humbert Humbert, un uomo ossessionato dalla dodicenne Dolores, alias Lolita. La scrittura brillante di Nabokov trasforma una trama inquietante in un capolavoro letterario, esplorando temi di desiderio, manipolazione e moralità.
    Un'opera che merita di essere letta!
  • Recensito in Italia il 30 luglio 2024
    Non mi é piaciuto per la vacuità della vita condotta dal protagonista
    Grigiore condito da un tentativo di rendere pruriginosa la lettura.
  • Recensito in Italia il 31 luglio 2022
    Lolita è un romanzo su un tema scabroso, un viaggio nella mente malata di un pedofilo. Ma non ha niente di scabroso, e proprio in questo sta la grandezza dell'opera, la sorpresa di fronte alla quale si verrà a trovare il lettore. Ogni capitolo è un'invenzione, una perla di grande scrittura. Dall'infanzia del protagonista in cui emergono le origini della sua passione per le ninfette, al suo primo incontro con Lolita e con sua madre, agli stratagemmi messi in atto per tenere legata a sé la bambina, alla descrizione dei motel e dei luoghi visitati nei lunghi viaggi in macchina, alla pianificazione dell'omicidio. Nessuna scena scabrosa, tutto ciò che di terribile accade è lasciato intendere ma non viene mai esplicitato. Tutto è visto e vissuto dalla soggettiva della mente del protagonista, con il quale con grande sorpresa a volte ci si può trovare (a me è successo), lasciandosi trasportare dalla bellezza della scrittura, a provare anche empatia. È stata una lettura molto al di sopra delle aspettative. Nonostante mi fosse stato consigliato a lungo e da molte persone avevo sempre rimandato la lettura di Lolita per una reticenza forse ingiustificata. E alla fine devo dare ragione a chi me ne ha sempre parlato come di un capolavoro. L'opera di uno scrittore con il tocco magico.
    14 persone l'hanno trovato utile
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  • sv
    5,0 su 5 stelle Great reading
    Recensito nel Regno Unito il 22 aprile 2019
    Great book. Despite the taboo theme, the book is never vulgar and goes deep into the mind and thoughts of the main caracther.
  • Carlo
    4,0 su 5 stelle Giustamente celebre
    Recensito in Spagna il 25 luglio 2024
    Giustamente celebre, romanzo riccamente ed elegantemente elaborato, dalla prosa ricercata ed evocativa. Manca di contenuto poetico e introspettivo, forse in parte dovuto alla scabra tematica trattata.
  • Purchaser
    4,0 su 5 stelle Four Stars
    Recensito nel Regno Unito il 22 maggio 2016
    Enjoying this strange book