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L'Unità Copertina flessibile – Grande libro, 9 aprile 2024
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Nel suo romanzo d’esordio la svedese Ninni Holmqvist, una narratrice formidabile, immagina un mondo lontano eppure pericolosamente vicino. L’Unità, considerato un classico moderno e già molto apprezzato in patria e all’estero, racconta una storia vivida, commovente e attualissima, che racchiude un’acuta riflessione sulla società odierna e l’identità femminile.
«L’Unità mi è piaciuto moltissimo. Sono sicura che ne rimarrete incantati, come è successo a me».
Margaret Atwood
«Riecheggiando l’opera di Marge Piercy e Margaret Atwood, L’Unità è un romanzo che fa riflettere, ma anche una lettura compulsiva».
Jessa Crispin, «NPR»
«Con questo libro, da scrittrice di racconti incredibilmente talentuosa Holmqvist si è trasformata in una maestra del romanzo. Non mi sorprenderebbe se L’Unità diventasse uno – forse l’unico – dei pochi romanzi svedesi di questa stagione che la gente leggerà ancora tra cinquant’anni».
«Smålandsposten»
«Un romanzo d’esordio sorprendente. Scorrevole e ipnotico, offre una testimonianza impressionante sul modo in cui la società svaluta la creazione artistica, mentre celebra la procreazione, e una speculazione su cosa potrebbe succedere se tutto questo fosse portato all’estremo. Per i fan di Orwell e Huxley».
«Booklist»
- Lunghezza stampa276 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreFazi
- Data di pubblicazione9 aprile 2024
- Dimensioni14 x 1.5 x 21.3 cm
- ISBN-13979-1259671387
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Descrizione prodotto
Dalla quarta di copertina
L'autore
Dettagli prodotto
- ASIN : B0CPHQWG4Z
- Editore : Fazi; Edizione con copertina flessibile (9 aprile 2024)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 276 pagine
- ISBN-13 : 979-1259671387
- Peso articolo : 240 g
- Dimensioni : 14 x 1.5 x 21.3 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 8.964 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 3.916 in Narrativa di genere (Libri)
- Recensioni dei clienti:
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Una volta che inizi il libro è impossibile smettere.
Il libro ne contiene in realtà molti:
romanzo distopico
storia d'amore declinata tra adulti molto adulti
riflessione sull'amore come forza generatrice
riflessione filosofica sulla libertà personale
ma soprattutto riflessione politica sul tema del welfare di stato, dell'utilità delle persone, della parità di genere, dell'appartenenza a una comunità. Sì, è soprattutto un libro politico come lo è "Il racconto dell'ancella". Scritto benissimo, tra l'altro, in prima persona, come romanzo nel romanzo, dalla protagonista Dorrit.
Lo consiglio a tutti, ma credo che per apprezzarlo appieno serva una certa maturità, per cui lo consiglio in modo particolare agli over 40.
Trama ed epilogo forse un po' "prevedibili" a mio avviso ma offre comunque diversi spunti di riflessione che ne fanno un prodotto di pregio, gradito e che consiglierei.
Per Dorrit, cinquantenne single e senza figli, è scaduto il tempo massimo per la possibilità di riprodursi imposto dallo Stato. Per questo l’attende “L’unità”, una struttura all’avanguardia, dotata di eleganti appartamenti, ristoranti gourmet, splendidi giardini e svariate attività di svago, in cui verrà trasformata in una cavia per test farmacologici e psicologici e la donazione degli organi sacrificandosi per chi, al contrario di lei, si è rivelato utile alla società.
Ma come riuscire a dire addio al passato e agli affetti, a vivere nuove esperienze o perfino a rimanere da soli con i propri pensieri sapendo che potrebbe, improvvisamente, non esserci più un domani?
In un luogo in cui telecamere e microfoni osservano e ascoltano tutto, Dorrit si ritroverà a vivere una nuova esistenza in cui è sempre primavera e in cui i legami tra le persone non hanno più bisogno di maschere o falsità.
Non vi dirò altro della trama perché voglio che vi godiate appieno la lettura di questo romanzo che tocca corde delicate per molti di noi e spinge a riflettere sul futuro attraverso la malinconia, il dolore e i sogni infranti di una donna che fino a poco tempo prima giocava spensierata in riva al mare con il suo amato cane sognando una famiglia tutta sua e il vero amore.
”L’Unità” è un romanzo potente che non posso non consigliarvi sia per la trama avvincente che per il messaggio che nasconde tra le pagine.
Si sblocca meglio nella parte finale, dove infatti apprezziamo più concretamente gli elementi distopici, e la storia diventa molto forte e struggente.
Forse mi aspettavo qualcosa di diverso.
🫀 Sapevo che scrivere una recensione su “L’Unità” sarebbe stato arduo già prima di finire il libro, perché Ninni Holmqvist ha deciso di far parlare alla protagonista, Dorrit, una lingua difficile da digerire, da accettare, e che spesso finisce con due possibilità: farti innervosire, provocando una reazione, o buttarti giù, nell’oblio di ciò che appare inevitabile… perciò confesso che mi ha sollevato concludere questa lettura, ho tirato un sospiro di sollievo perché “menomale che è solo una storia, non è reale” ma è davvero così? Siamo proprio sicuri di essere poi tanto lontani da una realtà del genere, dove le persone smettono di essere tali e diventano animali da spremere fino allo sfinimento, prima di mandarli al macello?
🫀 La trama mi ha ricordato molto “Never let me go”, di cui ho visto la trasposizione cinematografica - che vi consiglio di recuperare, anche solo per la bravura del cast, se volete comprendere meglio il genere - dove l’umanità è divisa fra chi è utile e chi no, e perciò viene usato per aiutare chi realmente conta all’interno della società. Con la differenza che, in questo libro, viene data la possibilità (o dovrei dire ultimatum✋) di rendersi utili entro un tempo massimo prima di pagare le conseguenze delle proprie scelte di vita, finendo in una realtà distopica che riprendere quella già pensata da Orwell in 1984, con l’occhio sempre vigile 👁️ di chi dice di prendersi cura di noi.
🫀 Tutto ciò ci viene spiegato in prima persona proprio da Dorrit, che ci racconta dal momento in cui a cinquant’anni finisce nell’Unità, ripercorrendo i momenti più importanti della sua vita, quelli che - lo sa bene - non rivivrà mai più.
Lei è una di quelle protagoniste che mi ha fatto storcere un po’ il naso, perché è estremamente contraddittoria - forse sarà fatto apposta, forse è proprio quello l’obiettivo - ma ammetto di non averla capita. Ci appare prima come una donna libera, che ha quasi paura di essere messa in trappola (come diceva sua madre) e che, per non essere privata della sua vita, ha preso anche decisioni forti… per poi diventare a tratti un esserino servizievole che trae piacere dal soddisfare i desideri dell’uomo che le sta accanto.
Dice di essere figlia di una generazione che ha lottato per l’indipendenza delle donne, ma al tempo stesso è morbosamente desiderosa di dipendere da qualcuno.
Insomma, Dorrit mi confonde.
🫀 Così come mi confondono le scelte che fa nell’Unità, che potrebbero essere percepite quasi frutto della solidarietà e dell’altruismo, ma che ti fanno solo pensare “potevi salvarti, potevi almeno tentare” anche se il mondo intero sembra dirti che finirai per ritornare sempre dove devi essere.
È quello che pensano tutti coloro che si ritrovano nell’Unità con lei: la forte e fragile Elsa, la silenziosa e saggia Majken, la solare e sorridente Alice, il galante e provocante Johannes. La loro storia mi stava quasi dando speranza… non mi aspettavo per niente quel finale che accetto a malincuore, ma che comprendo.
🫀 È un libro che porta a dubitare, insinua l’idea che niente è mai come sembra, che quel senso di controllo che pensiamo di avere sulle nostre vite potrebbe tramutarsi in una mera illusione da un momento all’altro.
Mi sento perciò di fare un plauso ai traduttori che lavorano per Fazi, perché hanno la capacità di rendere semplici da leggere anche libri che trattano tematiche che possono diventare pesanti da reggere.
Grazie🤍